giovedì 8 agosto 2013

il primo pasto dell'anima altrui...



Infierire pubblicamente su Caterina, anche dopo che lei aveva ammesso  la sconfitta, aveva un unico scopo: gonfiare l'ego dei presenti che nella settimana, oltre a superare le consuete prove di forza, di abilità e di fantasia, avevano anche superato la paura del cambiamento.
 Si compiacevano di loro stessi e delle loro scelte.
 Dopo l'intervento dei sacerdoti con cui veniva allontanata Caterina si sentivano invincibili. Alcuni tra loro nel guardarsi tra gli occhi si trasmisero qualcosa, sentivano uno strano sapore in bocca. Il gusto della prima vittoria. Come se avessero mangiato, si sentivano nutriti. Assaporarono quel godimento seduti nella sala centrale. Come attori di una prima teatrale di successo che si compiacciono quando le luci del teatro sono spente e l'eco degli applausi è svanito; e un luogo affollato improvvisamente diventa silenzioso.

Iniziarono a sentirsi un gruppo di eletti. Alcuni di loro  si guardavano compiaciuti in faccia. Invincibili. Soddisfatti dell'accaduto si stavano allontanando dalla  realtà delle loro abitudini passate.

Una scolaresca di adolescenti che segue la corrente.

Stavano assaporando un gusto nuovo, un gusto che non conoscevano. Insieme. Uniti da una prima grande esperienza.

I loro spiriti si stavano alimentando dei dispiaceri e delle sconfitte di Caterina e di chi l’aveva seguita.  Il fallimento della compagna era stato il loro primo inconsapevole pasto. Le sconfitte degli altri erano le vittorie dei loro spiriti oscuri. Mors tua vita mea. Si sentivano Garfiani. 
p. 30
il pasto

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